I cavalli alla finestra Teatro - 2010
Locandina
in collaborazione con CIMES - Dipartimento di Musica e Spettacolo Alma Mater Studiorum Università di Bologna
con Micaela Casalboni, Giovanni Dispenza, Andrea Gadda
scene Alessandra Vicini
assistente alla regia Francesca Mele
aiuto regia Vincenzo Picone
regia Andrea Paolucci
Lo spettacolo
Tre diverse storie, tre finali quasi "gialli" per raccontare la follia della guerra e il fascino malefico del potere. Una vecchia madre e un figlio rimbambito, una figlia accomodante e un padre malato, una moglie fragile alle prese con un marito violento. Tre storie distinte eppure unite dalla presenza di un suadente messaggero che arriva, puntuale come la morte, a recapitare una busta gialla e un colorato mazzo di fiori.
Tre diverse fotografie per raccontarne mille, perché da sempre l'uomo in guerra comincia da eroe, ma non può far altro che finire nella polvere, calpestato da zoccoli e scarponi.
Visniec, grazie ad una scrittura immaginifica e stralunata, ci porta in un universo sgangherato e beffardo, surreale e insensato. Un universo fatto di vittime che si credono eroi, vecchi derelitti alla ricerca del proprio giorno da leoni, donne sacrificate al grido di battaglia. Una danza macabra, affascinante e grottesca, dove il tempo scorre avanti e indietro mangiandosi le lancette dell'orologio, le porte sbattono come granate e i cavalli sinistramente, nell'ombra, tramano...
«Ho conosciuto il teatro di Matéi per caso, ad Avignone nel 2006. In una saletta da poco più di 60 posti una compagnia rumena metteva in scena in francese I cavalli alla finestra. Nonostante il mio francese scolastico, è stato proprio il testo a colpirmi: una calibrata miscela di surrealismo e naturalismo, di nonsense e di cinico realismo. Quel testo così apparentemente lineare nel suo far avanzare la trama, riusciva a toccare il comico e il tragico, il razionale e l'assurdo, il lirico e il prosastico. E la mia regia è partita da qui. Da uno stratificarsi di stili, di codici. I personaggi parlano concretamente di cose assurde seguendo logiche patafisiche. Sono buffi nella loro tragica corsa vero un'immortalità che solo la guerra sembrerebbe dargli. Sono seri nella loro folle rincorsa verso il gesto eroico che tutto cambierà. Sono teneri nel loro essere vittime sacrificali di un potere torvo e malefico, capace però a sua volta di incarnarsi in un tenero messaggero. La scena è un accumulo di valige, bauli, scrigni che tutto nascondono e che a tutto conferiscono una condizione di provvisorietà e di transitorietà. Tutto sembra coperto da polvere e immutabile ma nello stesso tempo tutto sembra essere provvisorio e in viaggio. Quello che sta accadendo ora qui può accadere domani da un'altra parte. Anzi per meglio dire: quello che accade qui è accaduto e accadrà sempre e ovunque. Il tempo non è una variabile, il luogo non influenza il risultato: il potere saprà sempre cosa fare per farci piegare ai suoi voleri e farci credere che lo abbiamo deciso noi» (Andrea Paolucci).
Scritto nel 1987, bloccato dalla censura rumena la sera precedente la prima, I cavalli alla finestra è stato rappresentato con enorme successo in Europa, Stati Uniti e Giappone.
L'Autore
Matéi Visniec (Radauti, 1956) è considerato uno degli autori più signifi cativi della drammaturgia europea contemporanea. La sua opera testimonia da subito una tensione ideale, una resistenza culturale e politica contro la manipolazione ideologica.
Dal 1977 comincia a scrivere anche pièces teatrali, che circolano diffusamente nell’ambiente letterario rumeno, sebbene ne venga vietata la messa in scena. Nel 1987 abbandona la Romania per trasferirsi in Francia, dove chiede asilo politico. Da questo momento comincia a scrivere in francese e lavora come giornalista per “Radio France Internationale”. Visniec oggi è noto in numerosi Paesi, specialmente in Francia, dove sono stati pubblicati circa una ventina di suoi lavori. I suoi testi sono stati messi in scena in Romania, Francia, Italia, Germania, Danimarca, Austria, Polonia, Finlandia, Tuchia, Moldavia, Brasile, Stati Uniti e Giappone.
Il Teatro dell’Argine ha prodotto e messo in scena un altro suo testo, Del sesso della donna come campo di battaglia
Le recensioni
C’è tutta questa complessità, tra essenza e apparenza, nella regia di Andrea Paolucci, che nell'affastellarsi caotico, pesante, degli arredi scenici, e nell'interpretazione eccellente, a tratti clownesca, esasperata, degli attori – soprattutto della magnifica Micaela Casalboni, che ha retto con grande controllo corporeo il ritmo sostenuto della difficilissima performance, con una forza incredibile –, ha preservato lo stile criptico, metaforico, dell’autore senza aggiungere troppo se non un senso di asfissia, di nichilismo, di prigionia.
La scheda tecnica
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6 PC 1kW provvisti di ganci, bandiere e porta gelatina
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1 PAR64 CP61 provvisto di gancio e porta gelatina
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1 diretta 16A CE a fondo palco
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17 ritorni a terra con presa civile (vedi pianta luci)
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24 canali dimmer 2,5kW/ch
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Ritorno DMX 512 in regia
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Luci di sala dimmerabili
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Carico elettrico necessario: 10kW
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Scala per puntamenti
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Tutti i cavi necessari ai collegamenti
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Mixer audio 4 in/4 out
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P.A. adeguato allo spazio
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Ritorni audio in regia
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1 connesione PC mini-jack
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2 monitor
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Tutti i cavi necessari ai collegamenti
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Dimensioni minime del palco (LxP): 8m x 6m
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Altezza ottimale al graticcio: 5m
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Quintatura nera all’italiana
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Palco perforabile
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Non è necessario sipario
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Oscurabilità totale dello spazio
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Regia unica a fondo sala
- 1 consolle ADB Tango48
- 1 macchina del fumo
- 1 notebook MACBook
- Scenografie: varie valigie, bauli, pallet e casse di legno
- Stoviglie e capi di vestiario vari
- 13 abat-jour
- 1 batteria 12V
- 1 carica batterie 12V
- Filtri necessari
- 1 responsabile tecnico dello spazio
- 1 macchinista
- 2 facchini allo scarico e carico
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Tempo di montaggio: 8 ore
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Tempo di smontaggio: 2 ore
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Durante la rappresentazione è previsto l'uso di fumo scenico
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Lo spazio dovrà essere preventivamente riscaldato per le prove della Compagnia
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Sono richiesti 3 camerini per 3 attori, riscaldati e dotati di toilette