Le regole del gioco 2016

mercoledì 29 e giovedì 30 giugno ore 21.30
Laboratori ITC Studio
Sono le nove tutto va bene
con gli allievi del Gruppo giovedì blu
a cura di Paolo Froticelli
con gli allievi del Gruppo giovedì blu
a cura di Paolo Froticelli
posto unico 6 euro
Sono le nove tutto va bene
presso ITC Teatro | Via Rimembranze 26, San Lazzaro di Savena
con Veronica Basso, Alice Cristina Boccia, Francesco Paolo Bonfardeci, Andrea Boschetti, Lucia Loredana Bruno, Federico Capobianchi, Veronica Collica, Sara Durante, Nina Furxhiu, Bianca Marzolo, Stefania Montuschi, Micol Eleonora Motta, Paolo Rapacchiale, Pierpaolo Savini, Camilla Stucovitz
regia di Paolo Fronticelli
Kulienchikev è una piccola cittadina dispersa nel cuore dell’Ucraina molto particolare: una maledizione rende tutti stupidi al limite della follia, nessuno escluso. Fino a qui tutto poco normale, ma più o meno innocuo: basta stare alla larga dalla fioraia che vende pesce e dal pecoraro che non ricorda neanche il suo nome e tutto scorre liscio, più o meno ... Il fatto è che gli abitanti sono talmente stupidi che non possono innamorarsi perché non riescono a capire cosa significa.
Cosa accade tuttavia se un giovane maestro pieno di entusiasmo mette piede in un luogo così assurdo? E cosa succede se questo giovane maestro si innamora proprio della più stupida del villaggio? E poi, ammettiamolo, questa favola non sarebbe una favola se qualcuno non provasse a spezzare in qualche modo la maledizione.
Neil Simon scrive una spassosa fiaba contemporanea a cavallo tra la commedia di genere e il teatro dell’assurdo. Una girandola di personaggi paradossali, di maschere senza maschera, danno vita ad una follia collettiva surreale che, tuttavia, in maniera sinistra, ricorda da vicino momenti molto comuni del nostro vivere e convivere quotidiano.
La forza per superare certi meccanismi e certe barriere è tutta quanta dentro in noi.
E proprio perché il senso della pièce è che Kulienchikev esiste un po’ ovunque nel mondo, l’utilizzo dei dialetti e degli accenti rende indefinibile una reale collocazione geografica del paese e ambiente la vicenda su un piano globale.
Una girandola di parole e situazioni assurde chiede a questi attori già al loro primo anno di lavoro di venire a capo di una sfida complessa da risolvere: vestire il paradosso di normalità, far sembrare ovvii e naturali l’energia e il ritmo sferzanti di un microcosmo che si nutre con costanza di minuscole ed enormi follie.
presso ITC Teatro | Via Rimembranze 26, San Lazzaro di Savena
con Veronica Basso, Alice Cristina Boccia, Francesco Paolo Bonfardeci, Andrea Boschetti, Lucia Loredana Bruno, Federico Capobianchi, Veronica Collica, Sara Durante, Nina Furxhiu, Bianca Marzolo, Stefania Montuschi, Micol Eleonora Motta, Paolo Rapacchiale, Pierpaolo Savini, Camilla Stucovitz
regia di Paolo Fronticelli
Kulienchikev è una piccola cittadina dispersa nel cuore dell’Ucraina molto particolare: una maledizione rende tutti stupidi al limite della follia, nessuno escluso. Fino a qui tutto poco normale, ma più o meno innocuo: basta stare alla larga dalla fioraia che vende pesce e dal pecoraro che non ricorda neanche il suo nome e tutto scorre liscio, più o meno ... Il fatto è che gli abitanti sono talmente stupidi che non possono innamorarsi perché non riescono a capire cosa significa.
Cosa accade tuttavia se un giovane maestro pieno di entusiasmo mette piede in un luogo così assurdo? E cosa succede se questo giovane maestro si innamora proprio della più stupida del villaggio? E poi, ammettiamolo, questa favola non sarebbe una favola se qualcuno non provasse a spezzare in qualche modo la maledizione.
Neil Simon scrive una spassosa fiaba contemporanea a cavallo tra la commedia di genere e il teatro dell’assurdo. Una girandola di personaggi paradossali, di maschere senza maschera, danno vita ad una follia collettiva surreale che, tuttavia, in maniera sinistra, ricorda da vicino momenti molto comuni del nostro vivere e convivere quotidiano.
La forza per superare certi meccanismi e certe barriere è tutta quanta dentro in noi.
E proprio perché il senso della pièce è che Kulienchikev esiste un po’ ovunque nel mondo, l’utilizzo dei dialetti e degli accenti rende indefinibile una reale collocazione geografica del paese e ambiente la vicenda su un piano globale.
Una girandola di parole e situazioni assurde chiede a questi attori già al loro primo anno di lavoro di venire a capo di una sfida complessa da risolvere: vestire il paradosso di normalità, far sembrare ovvii e naturali l’energia e il ritmo sferzanti di un microcosmo che si nutre con costanza di minuscole ed enormi follie.
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