Le regole del gioco 2016

giovedì 23 e venerdì 24 giugno ore 21.30
Laboratori ITC Studio
Il Drago
con gli allievi del Gruppo giovedì verde
laboratorio a cura di Lea Cirianni e Giulia Franzaresi
con gli allievi del Gruppo giovedì verde
laboratorio a cura di Lea Cirianni e Giulia Franzaresi
posto unico 6 euro
Il Drago
Presso ITC Teatro | Via Rimembranze 26, San Lazzaro di Savena
con Maria Barbato, Carla Benni, Elena Borelli, Maria Laura Bortolini, Massimo Buganè, Concetta Sara Gaggiano, Maria Donata Girolamo, Alessandro Lydster, Lydia Merula, Antonio Luigi Sollima, Simone Vivoli
regia di Giulia Franzaresi
Nella commedia Il Drago (1943) Evgenij Schwarz (Švarc) descrive, con un linguaggio tra fiaba filosofica e metafisica, una città dominata dalla figura di un terribile e dispotico drago che ha assoggettato, da oltre quattrocento anni, tutti gli abitanti del luogo. «Il drago, che è forse la fiaba filosofica piú bella di Schwarz, egli cominciò a scriverlo - secondo la testimonianza di Nikolai Akimov, che della pièce fu il primo regista - prima ancora dell'inizio della guerra, quando, a causa dei complessi rapporti diplomatici allora intercorrenti tra l'Urss e la Germania, non era possibile all'Autore sovietico un aperto intervento teatrale contro il mostro di cui egli sentiva l'odiosa minaccia: il fascismo. Quando nel '42 riprese il lavoro, arrestatosi al primo atto, Schwarz mantenne il gioco dei simboli fiabeschi, arricchendoli sul modello della cronaca politica di allora. A rendere il complicato e precario rapporto delle forze coalizzate contro la potenza fascista, e quale presentimento del prossimo spezzarsi di quel rapporto, nacque la sinistra figura del Borgomastro che, atteggiandosi a vittima del drago, poi si attribuisce la vittoria su di lui e finisce per sostituire il drago, ucciso da Lancellotto, nella parte di oppressore della città.». Il mondo di questa fiaba filosofica non assomiglia soltanto alla Russia degli anni ’40, ma ad ogni altra epoca, la nostra inclusa, in cui gli uomini vengono condotti alla deformità da un potere infame che altro non riconosce e promuove se non la sua mostruosità.
Presso ITC Teatro | Via Rimembranze 26, San Lazzaro di Savena
con Maria Barbato, Carla Benni, Elena Borelli, Maria Laura Bortolini, Massimo Buganè, Concetta Sara Gaggiano, Maria Donata Girolamo, Alessandro Lydster, Lydia Merula, Antonio Luigi Sollima, Simone Vivoli
regia di Giulia Franzaresi
Nella commedia Il Drago (1943) Evgenij Schwarz (Švarc) descrive, con un linguaggio tra fiaba filosofica e metafisica, una città dominata dalla figura di un terribile e dispotico drago che ha assoggettato, da oltre quattrocento anni, tutti gli abitanti del luogo. «Il drago, che è forse la fiaba filosofica piú bella di Schwarz, egli cominciò a scriverlo - secondo la testimonianza di Nikolai Akimov, che della pièce fu il primo regista - prima ancora dell'inizio della guerra, quando, a causa dei complessi rapporti diplomatici allora intercorrenti tra l'Urss e la Germania, non era possibile all'Autore sovietico un aperto intervento teatrale contro il mostro di cui egli sentiva l'odiosa minaccia: il fascismo. Quando nel '42 riprese il lavoro, arrestatosi al primo atto, Schwarz mantenne il gioco dei simboli fiabeschi, arricchendoli sul modello della cronaca politica di allora. A rendere il complicato e precario rapporto delle forze coalizzate contro la potenza fascista, e quale presentimento del prossimo spezzarsi di quel rapporto, nacque la sinistra figura del Borgomastro che, atteggiandosi a vittima del drago, poi si attribuisce la vittoria su di lui e finisce per sostituire il drago, ucciso da Lancellotto, nella parte di oppressore della città.». Il mondo di questa fiaba filosofica non assomiglia soltanto alla Russia degli anni ’40, ma ad ogni altra epoca, la nostra inclusa, in cui gli uomini vengono condotti alla deformità da un potere infame che altro non riconosce e promuove se non la sua mostruosità.
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