Mamsér - Bastardo Teatro - 2001
Locandina
Una produzione del Teatro dell'Argine
con Micaela Casalboni e Gianfranco Tondini
musiche eseguite dal vivo da Gressi Sterpin (fisarmonica) e Silvia Tarozzi (violino)
testo e regia di Nicola Bonazzi
Lo spettacolo
Formiggini: chi era costui? Uno degli editori più importanti del Novecento, innanzi tutto, ideatore di una collana famosissima tra i bibliofili, i “Classici del ridere”; scrittore ed umorista in proprio, laureato con una tesi sulla “Filosofia del ridere” all'Università di Bologna; un ebreo simpatizzante del fascismo che alla promulgazione delle leggi razziali ripudiò la propria ammirazione per Mussolini; ma soprattutto un inguaribile utopista, un intellettuale che intendeva il proprio lavoro come una missione, spinto da un autentico amore per i libri piuttosto che per il denaro; un moderno Don Chisciotte che scontò col suicidio la barbarie dei tempi in cui fu costretto a vivere.
Che senso può avere affrontare oggi la biografia di un intellettuale, la cui vita è per altro povera di eventi esterni, la cui vicenda esistenziale è per altro oscuramente e misteriosamente dimenticata?
Risposta semplice: Formiggini era, ai suoi tempi, il più importante editore italiano. Basta questo. Si narra, dunque, nello spettacolo, la storia di un grande uomo di cultura. E se era il più importante editore italiano, perché nessuno lo ricorda più? Risposta semplice: perché qualcuno ha voluto così. E' troppo facile dare la colpa al velo di silenzio che il tempo fa cadere sulle cose (Formiggini è morto nel '38): se uno è importante – il più importante – il tempo non è in grado di stendere alcun velo. E allora vediamo...
Formiggini era ebreo, Formiggini si è suicidato, il fascismo ha imposto la rimozione di una memoria scomoda. Tutto qui. Non è molto, ma è tantissimo. Basta questo per decidere di raccontare la storia di una vita. E se poi quella vita è piena di un entusiasmo quasi ingenuo per il proprio mestiere, un mestiere sentito come missione di cultura e di affratellamento, se quella vita è piena del valore benefico della risata quale antidoto ai mali della guerra e della sopraffazione...beh, costruire uno spettacolo per rinnovare la memoria di quella vita, non solo è auspicabile, ma diventa addirittura necessario.
Angelo Fortunato Formiggini, nato a Modena nel 1878 e morto nel 1938, ebreo, umorista, laureato a Bologna con una tesi sulla “Filosofia del Ridere”, uomo di cultura e poeta dialettale, è stato uno dei maggiori editori del Novecento, non solo e non tanto per le dimensioni di un'azienda rimesta sempre a conduzione famigliare, ma per l'impegno intellettuale e l'entusiasmo profuso. Formiggini riteneva la diffusione della cultura italiana una vera e propria missione, di cui, l'ICS (“Italia Che Scrive”, bollettino di informazione libraria) doveva essere il principale strumento. Quando poi il governo fascista statalizzò la “Leonardo”, ente di propaganda della cultura italiana nel mondo, nato da una costola dell'ICS, Formiggini, oltre a subire un tracollo economico da cui non riuscì più a risollevarsi, si sentì toccato in uno degli affetti più cari, la creatura per la quale tanto aveva faticato e speso. Eppure questo non affievolì la sua ammirazione per il fascismo e per Mussolini, che lui, ebreo, nemico d'ogni sopruso, riteneva il vero artefice della rinascita nazionale. Ma quando il regime promulgò le leggi razziali e lo privò della casa, delle rotative, dei suoi amati libri, della sua scaltra ironia, da convinto fascista si mutò in fervente antifascista e cominciò a meditare la sua vendetta. Dopo due mesi di preparativi, raccolse in due valigie gigantesche il suo smisurato epistolario e decise di tornare nella sua Modena. Da eroe. Da Don Chisciotte, direbbe qualcuno. La morte suggellò la parabola di un'esistenza esemplare, vissuta sul filo di un ebraismo mai pienamente sentito e di un'italianità cercata, esaltata, infine perduta senza essere ripudiata. Un'esistenza che ormai nessuno ricorda più, contraddicendo la sua speranza di risvegliare in perpetuo le coscienze attraverso un gesto estremo e clamoroso.
Questo spettacolo è dedicato a lui e alla sua memoria.
Il testo
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il video
Spigolature
El desgrazi d'un mròs
Narrazione sotto forma di sonetti, di un racconto, di un bozzettino, di un monologo, a seconda delle opportunità. Bologna, 9-10 maggio 1898 |
Gli specchi. Novella
Due giovani abitano in case prospicienti separate da un vago giardino. Vedendosi dalle finestre, si amano senza parlarsi mai. In una giornata d'estate, mentre entrambi giacciono discinti sui loro letti, si vedono per un fortunato gioco di specchi. |
Collegara, 19 maggio 1901 |
Per un giornale studentesco
1) Studente liceale bocciato studia veterinaria e curerà i professori. |
Collegara, 31 maggio 1898 |
Appunti per sonetto in vernacolo Una splendida giovanetta conduce una mucca con affettuosa dimestichezza. Oh, il bel quadro! Ma ecco che la mucca col capo allontana una mosca e ciò facendo colpisce con un corno la villanella e le fa schizzare un occhio. |
Collegara, 9 giugno 1898 |
Sonetti in Modenese
1) Un venditore di bollenti si ferma ad orinare; un bambino attende per fare acquisti. Il venditore gli dà un bollente dicendo: ecco, sentirai com'è saporito! |
Modena, 16 aprile 1899 |
Ribaldo; |
3 luglio 1938 |
Volere una razza soltanto |
3 luglio 1938 |
O Fisco |
8 settembre 1938 |
Sei grande! |
27 ottobre 1938 |
I razzisti |
30 ottobre 1938 |
Che cosa vuol dire: "giudeo"? |
31 ottobre 1938 |
Tre farabuttelli campestri |
21 novembre 1938 |
Italia mia cara |
23 novembre 1938 |
La scheda tecnica
La durata dello spettacolo è di 95 minuti senza intervallo.
Fonica
Per i 2 attori:
2 radio microfoni con capsula “a pulce” tipo sennheiser da capelli
Per i 2 musicisti:
per il violino: 1 microfono a condensatore AKG
per la fisarmonica: 2 microfoni Shure Beta 58
2 aste standard 1 asta bassa
4 monitor palco
Mixer minimo 16 ch
Amplificazione adeguata allo spazio
Luci
20 pc 1000 Watt completi di bandiere e porta gelatine
2 sagomatori 1000 K completi di iride
Mixer luci 24 ch doppia scena
4 Dimmer 6 Ch x 2,5 Kw